La crescita progressiva del settore moda e le nuove tendenze imposte dalla sostenibilità previste dall’agenda 2030 e 2050

Il 1985 rappresenta per il settore moda italiano la chiave di svolta generazionale in tema di creatività che proietta verso il successo internazionale il fashion Industry costantemente in trasformazione e in attesa di essere plasmato da influenze idealmente e culturalmente distinte.
L’incedere di fattori legati all’anticonformismo dell’idea di moda espressa dall’ospitare nuove generazioni multietniche benché favorite dalla globalizzazione degli scambi internazionali, ha rivoluzionato e reso questo settore uno dei più produttivi e più ambiti.
Il ricorso alle nuove tecniche di progettazione e di realizzazione ha stimolato gran parte degli esperti a ricorrere a nuove sorgenti scientifiche per l’acquisizione di nuove modalità di estrazione e utilizzo di materiali al fine di raggiungere livelli di ambizione e competitività spietati.
L’importanza del cosa e quanto produrre é stata bene presto rimpiazzata dalla corsa all’etica ambientale che ha in qualche modo accresciuto il potenziale aziendale enfatizzando le pretese di un core business obbligato a munirsi di personale specializzato, il quale incentrerà propria attenzione
non solo sull’aspetto tecnico-grafico e stilistico ma anche su quello della garanzia della sostenibilità imposto dall’agenda internazionale 2030 e del 2050.
Difatti la filiera produttiva in conformità con le norme internazionali e nazionali, metterà in moto un sistema di produzione che includerà il riutilizzo e il riciclo dei tessuti dismessi.
L’orientamento preposto alla realizzazione di questo programma ecosostenibile punterà a impostare un meccanismo a rete capillare di qualità.
L’innesco di queste progettazioni ha lasciato emergere nuovi propositi e opportunità lavorative future che si estendono a molti settori che orbitano intorno al settore moda.
Le nuove stime che circolano nell’ambito del settore occupazionale relativo al fashion fanno rilevare che: dal rapporto 2022 Excelsior-Unioncamere entro il 2026 il Tma (tessile-moda-accessorio), assumerà tra 63mila a 94mila persone. Il divario di stima dipenderà dalle prospettive
economiche future.
La moda ha però accelerato nel primo bimestre del 2022, difatti la crescita è rimasta sostenuta (+25% rispetto all’anno precedente) aggirando ogni possibile conseguenza post-pandemica, facendo registrare il risultato migliore degli ultimi due decenni.
L’export della moda italiana nel primo bimestre 2022 è cresciuto sensibilmente (+23%) e ad un tasso più elevato che nella media dell’anno 2021 (+17,3%).

L’aumento è stato simile tra paesi UE (+22,3%) ed extra UE (+23,6%). L’impatto dell’invasione russa potrà essere valutato solo nei prossimi mesi. Per quanto riguarda l’impatto diretto, i dati disponibili mostrano che l’export verso la Russia aveva già registrato una performance (+9,1%)
inferiore alla media nei 2 mesi precedenti all’invasione (gennaio e febbraio).

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